Chiaramonte Gulfi
Chiaramonte Gulfi | |
Stemma e Bandiera | |
Stato | Italia |
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Regione | Sicilia |
Territorio | Ragusano |
Altitudine | 668 m s.l.m. |
Superficie | 127,38 km² |
Abitanti | 8.000 (2024) |
Nome abitanti | chiaramontani |
Prefisso tel | +39 0932 |
CAP | 97012 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | Maria Santissima di Gulfi |
Posizione | |
Sito del turismo | |
Sito istituzionale |
Chiaramonte Gulfi è una città della Sicilia.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]Chiaramonte Gulfi si trova a 17 km da Ragusa, su una collina a nord rispetto al capoluogo. Il paese si trova ad una quota di 668 m s.l.m. mentre l'altitudine massima del territorio comunale si raggiunge sul monte Arcibessi a 906 m s.l.m.
Il territorio del comune di Chiaramonte Gulfi è il 5º per estensione (126 km²) all'interno del Libero consorzio comunale di Ragusa e comprende un'area che va dai monti Iblei fino alla piana di Vittoria. I corsi d'acqua del comune sono tutti a carattere torrentizio eccetto il fiume Dirillo che segna il confine con la Città metropolitana di Catania.
Cenni storici
[modifica]Il nome di Chiaramonte Gulfi (Ciaramùnti, in siciliano) si riferisce al conte Manfredi Chiaramonte che, essendo stato creato conte di Modica dal re aragonese Federico III nel 1296, fondò il paese, cui dette il nome del proprio casato, dopo la distruzione di Gulfi, perpetrata nel 1299 dagli Angioini.
Nel territorio sono diffusamente presenti insediamenti fortificati (castellieri) dell'età del bronzo e del ferro, resti di insediamenti abitati greci arcaici ed ellenistici, testimonianze di epoca romana, bizantina e medievale.
La città venne fondata con il nome di Akrillai dai Siracusani nel VII secolo a.C. Distrutta dai Cartaginesi nel 406 a.C., fu sede di una sconfitta siracusana ad opera delle forze del console romano Marco Claudio Marcello nel 213 a.C. Con la conquista romana prese il nome di Acrillae. Sul territorio comunale è presente anche un abitato ellenistico rinvenuto nella località di Scornavacche, caratterizzato dalla specializzazione nella produzione ceramica. L'abitato, fondato anch'esso dai Siracusani lungo il fiume Dirillo, venne ugualmente distrutto dai Cartaginesi una prima volta nel 406 a.C. e una seconda, dopo la ricostruzione ad opera di Timoleonte, nel 280 a.C. I reperti sono conservati nel Museo archeologico ibleo di Ragusa. Acrillae sarebbe stata distrutta dagli Arabi del califfo Asad ibn al-Furat nell'827 durante la conquista della parte orientale dell'isola. Gli abitanti fondarono un nuovo abitato alle pendici del monte Arcibessi, che prese il nome di Gulfi', con il significato in arabo di terra amena.
Ruggero di Lauria durante i Vespri Siciliani assediò e prese Gulfi per gli Angioini nel 1299: l'abitato fu completamente distrutto e fu commesso un eccidio. Manfredi Chiaramonte, che era stato creato conte di Modica dal re aragonese Federico III nel 1296, fece spostare i superstiti in un luogo più elevato e fortificato, detto "Baglio", attorno a cui sorsero le prime case che fece circondare da mura e all'interno di queste costruì il castello.
Chiaramonte nel 1366 contava 200 famiglie ed il paese si estendeva all'interno delle mura. Nel 1593 il paese si era esteso oltre le mura, principalmente con i quartieri "Burgo" (297 case) e "Salvatore" (258 case). All'interno delle mura il quartiere più antico ("Baglio") era costituito da 278 case e Chiaramonte contava in tutto 5.711 abitanti. In quel tempo, due porte davano l'accesso alla città fortificata: la "Porta di la chaza" a nord e la "Porta di Ragusa" a sud. Chiaramonte aveva una cavalleria che, nel 1614, contava 42 cavalieri armati di spada e archibugio per la difesa della contea di Modica.
Il terremoto del 1693, che colpi un'area compresa fra Catania e Malta, distrusse quasi interamente il paese ed il suo castello. La ricostruzione avvenne sempre sul medesimo impianto medioevale. Nel XVIII secolo gli antichi quartieri di Chiaramonte scomparvero per il fenomeno della sacralizzazione ed il paese fu suddiviso in 4 quartieri con nomi di santi. In una sua minuziosa ricerca, Gianni Morando evidenzia che, nel 1748, quasi la metà del patrimonio di Chiaramonte si trovava nelle mani di 176 religiosi, contro una popolazione di 5.972 laici.
Come orientarsi
[modifica]La via principale della città è Corso Umberto I.
Frazioni
[modifica]- Piano dell'Acqua
- Quaglio
- Roccazzo
- Sperlinga
Come arrivare
[modifica]In auto
[modifica]Il paese è collegato a Ragusa dalla e a Comiso dalla
. L'arteria stradale più importante che attraversa il territorio comunale è la
di Chiaramonte che va dal capoluogo ibleo a Catania.
Come spostarsi
[modifica]Con mezzi pubblici
[modifica]Il servizio urbano di Chiaramonte è fornito dall'AST che opera un servizio limitato ad una linea che unisce Chiaramonte al suo quartiere di espansione Villaggio Gulfi.
Cosa vedere
[modifica]Edifici religiosi
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- 1 Basilica di Santa Maria La Nova (Chiesa madre). Fu edificata nel 1450, come si evince da un atto di fondazione. La chiesa costruita inizialmente in stile gotico con archi a sesto acuto e con soffitto in tavole fregiate con arabeschi, in seguito fu trasformata in stile barocco nel 1608. Recentemente per gli ultimi lavori di restauro e riscaldamento, scoperchiando il pavimento del 1909 sono state rinvenute le antichissime sepolture e cripte sottostante la chiesa, non ancora del tutto visitabili poiché in fase di restauro.

- 2 Santuario della Beata Maria Vergine di Gulfi (santuario di Santa Maria la Vetere). Patrona principale e regina di Chiaramonte Gulfi. Oggi il santuario è meta di pellegrinaggi da ogni parte della Sicilia e luogo ameno per chi voglia accrescere la propria fede in un ambiente trascendentale.
- 3 Chiesa commendale dell'Ordine Gerosolimitano di San Giovanni Battista. La chiesa fu costruita nel XIV secolo dai cavalieri di Malta e annessa alla commenda gerosolimitana di Modica e Randazzo. In essa ha sede una confraternita laicale già esistente nel 1587 dedicata a Maria SS. della Misericordia. La chiesa è a tre navate e in origine era tutta affrescata in stile bizzarro (sono presenti in alcune colonne diverse testimonianze) e il soffitto era di tavole. All'interno opere di un certo pregio fra le quali una tela di scuola caravaggesca ed un'altra attribuita recentemente al Dürer. Nel 1995 è stato benedetto il nuovo altare e l'ambone in marmo di Carrara con fregi in bronzo dorato opera del professore Gismondi e nel 2000 è stato benedetto il nuovo portone ornato con grandi pannelli in bronzo che raccontano la vita del santo precursore di Cristo, protettore della città.

- 4 Chiesa di San Vito. L'edificio è risalente al XVI secolo, Nell'attuale sito o nelle attigue vicinanze esisteva una chiesa dedicata a san Lorenzo, già protettore dell'antica Gulfi unitamente a santa Maria la Vetere. Dal 1500 San Vito fu patrono del paese, ma nel 1550 il patronato principale tornò a santa Maria la Vetere. Nei secoli il tempio, benché di piccole dimensioni, fu abbellito più volte e impreziosito con addobbi e opere d'arte pregevoli, tele e sculture eseguite dai più bravi concittadini.

- 5 Chiesa di San Filippo, Via Maiorana A., 26. Con la cappella del Rosario, all'interno vi si conserva un arco di cappella di scuola Gaginiana, nonché la bella statua di Maria SS del Rosario opera seicentesca in marmo di alabastro.

- 6 Chiesa del Santissimo Salvatore, Piazza Santissimo Salvatore. Sì presenta ad una navata. Originariamente era a due navate, andate poi distrutte in seguito al devastante terremoto del 1693. Al suo interno ospita la statua marmorea di pregevole fattura del Salvatore, secondo la tradizione qui giunta insieme a quella della Vergine dei Gulfi. Numerose le statue in essa presenti, da quella di Maria SS. della Mercede a quella di san Sebastiano, san Nicola e san Biagio. In questa chiesa è presente una Confraternita laicale sotto il titolo del SS. Salvatore.
- 7 Santuario della Madonna delle Grazie (situato poco fuori dal paese, all'interno di una pineta). La costruzione, ad una sola navata, risale al XVI secolo. All'interno, in una cappella seicentesca in pietra tenera opera di Simone Mellini, è ospitata una statua marmorea della Madonna dello scultore Luca Maldotto da Messina del 1645.
- Chiesa di San Giuseppe. Edificata per volere dei baroni di Montesano nel XVII sec. fu ingrandita ad unica nave e decorata di stucchi dal Gianforma dopo il terremoto del 1693. All'interno pregevole la statua del titolare, opera del chiaramontano Benedetto Cultraro nonché delle statue in pietra del sontuoso abside raffiguranti i santi Anna e Gioacchino, Zaccaria ed Elisabetta. Pregevoli le quattro tele degli altari laterali.
- 8 Chiesa di Santa Teresa d'Avila. Risalente al secolo XVII, un tempo annessa al convento delle suore carmelitane scalze. Pregevole il settecentesco altare in legno con custodia e la tela della titolare opera del Chiaramontano Simone Ventura.
- Chiesa di San Silvestro. Risalente al secolo XV, è una piccola chiesa caratterizzata da una struttura essenziale, all'interno conserva la statua settecentesca del titolare di autore ignoto.
- Chiesa del Carmelo Sacra Famiglia (già basilica di Santa Maria Maddalena). Un tempo annessa al convento dei padri cappuccini di san Francesco. Il convento, dopo la soppressione, fu riacquistato in parte dai frati, una piccola parte fu destinata a casa circondariale. Negli anni venti il convento fu chiuso per mancanza di frati e dopo un decennio fu acquistato dalle suore carmelitane scalze, per interesse della famiglia Montesano. La chiesa fu spogliata dei suoi beni e trasformata all'interno allo stile del tempo.

- Convento di Santa Maria di Gesù, dei francescani minori. Risalente al secolo XVII, il suo interno è arricchito di pregevoli stucchi attribuibili alla scuola del Serpotta i quali si magnificano nell'abside, un tempo culminante dalla grande tela dell'adorazione dei magi, sparita agli inizi del XX secolo. Degno di nota il crocefisso di frate Umile da Petralia Soprana, la cappella del SS. Sacramento, opera settecentesca di Benedetto Cultraro, con la magnifica tela della deposizione della croce opera di Mattia Preti e la custodia, opera recente di ispirazione barocca, del famoso ebanista concittadino Sebastiano Catania. La cappella della titolare arricchita di intarsi in pece e pietra ospita la statua marmorea della vergine opera cinquecentesca di Giuliano Mancino e Bartolomeo Berrettaro.
- Chiesa di Santa Lucia. Di antichissima origine; la tradizione vuole che la santa siracusana abbia passato una notte all'interno della grotta poi chiusa agli inizi del XX secolo per volere della famiglia Gafà dall'attuale chiesetta con un elegante prospetto. All'interno una piccola tela della santa siciliana opera di recente fattura del chiaramontano A. Di Vita.
Edifici civili
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- 9 Arco dell'Annunziata. È una delle porte della cinta muraria di Chiaramonte, chiamata fino al XVIII secolo "Porta di la Chaza" perché confinava con la prima piazza del paese, oggi in parte scomparsa.

- 10 Palazzo Montesano, Via Montesano, 1. Edificio barocco e dimora nobiliare del XVIII secolo, sede di cinque musei.
- Museo dell'Olio
- Museo Ornitologico
- Casa Museo Liberty
- Museo degli "Strumenti Etnico musicali"
- Pinacoteca Giovanni De Vita.
- 11 Palazzo Comunale, Corso Umberto I, 65. Edificio in stile liberty.
- 12 Villa comunale. Giardini pubblici in stile italiano con vista panoramica.
- Torre di "Mazzarronello", Contrada Mazzarronello. Torre del sec. XIV -.
Fuori dal centro abitato
[modifica]- 13 . Abitato ellenistico del IV-III secolo si presenta con un sistema di strade parallele su cui si aprono isolati rettangolari, ognuno contenente case di diversi ambienti sistemati attorno ad uno spazioso cortile interno. Tra i singoli isolati correvano stretti vicoli. Nell'impianto urbano troviamo un'area sacra e il quartiere dei vasai, comprendente numerosi forni per la cottura della ceramica e depositi di argilla. Il quartiere artigiano fu attivo tra la seconda metà del IV secolo a.C. e l'inizio del III secolo a.C. La produzione ceramica veniva commerciata nei centri indigeni vicini e rivela numerose influenze. Tra gli oggetti di terracotta rinvenuti vi è una statuetta di Athena Ergane (patrona di artisti ed artigiani) ed una kylix a vernice nera opaca con un'iscrizione sotto l'orlo incisa dopo la cottura. L'iscrizione testimonia l'esistenza di un tempio dedicato ad Asclepio.
- 14 Akrillai (contrada da Piano del Conte-Morana e Piano Grillo, nelle immediate vicinanze del santuario della Beata Vergine Maria di Gulfi e del Villaggio Gulfi). La città venne fondata dai greci corinzio-siracusani al tempo della fondazione di Kamarina (598 a.C.) come avamposto sulla strada che da Siracusa portava a Gela ed Akragas passando da Akrai e Kasmenai. Passò in mano romana, quindi venne distrutta una seconda volta dagli Arabi del Asad Ibn Al Furat nell'827 a.d. il nome di 'Acrillae' spari ed il nuovo centro ricostruito prese il nome arabo di Gulfi.
Eventi e feste
[modifica]- Festa del Patrocinio di Nostra Signora di Gulfi.
11 gennaio. Festa a ricordo del terribile terremoto del 1693, dove si ringrazia il Santo Patrono.
- Festa di San Sebastiano.
20 gennaio. veneratissimo dal popolo Chiaramontano, si festeggia nella chiesa del Santissimo Salvatore, preceduta da un triduo di preparazione, un tempo in anni alterni, vi era la processione del simulacro posto in un artistico fercolo, l'ultima è avvenuta nel 1979. Oggi invece si celebra solo la festa liturgica che vede la partecipazione del Corpo di Polizia Municipale, di cui il Martire Sebastiano è il protettore, e che si conclude con un piccolo spettacolo pirotecnico e l'esibizione della banda musicale. Il culto al Santo si corona con un tradizionale pellegrinaggio notturno di quasi tutta la popolazione nella città di Melilli per la festa del 4 maggio.
- Carnevale Chiaramontano.
febbraio. sfilata di carri.
- Festa di san Giuseppe.
19 marzo. è preceduta da una settimana di preparazione; un tempo vi era la vendita all'asta dei doni offerti al Santo, in particolar modo i cuccidati del Patriarca; vi erano anche le cene, ormai scomparse.
- Processione della Reliquia del Santo Capello di Maria SS..
terza domenica di Pasqua. Nella mattinata dalla Chiesa di San Giuseppe inizia una solenne Processione con tutte le Confraternite in Abito Solenne che dopo il giro di tutte le strade del comune termina in Chiesa Madre con la solenne celebrazione Eucaristica e la benedizione con la reliquia della vergine Maria. Questa processione un tempo era la più ricca e sentita, nella quale venivano rappresentati tutti i misteri del Santo Rosario e il martirio di tanti Santi. negli ultimi anni vi è un tentativo di ripristino che si incrementa di anno in anno.
- Settimana Santa. Le protagoniste sono la confraternita del Santissimo Sacramento, di San Vito, di Maria Santissima della Misericordia & San Giovanni Battista, di San Filippo & SS. Rosario e del Santissimo Salvatore, le quali nei giorni di lunedì e martedì si recano a turno in Chiesa Madre le solenni quarant'ore. Il mercoledì santo viene portata in processione la statua del Cristo alla colonna dalla chiesa di San Giovanni, da parte dell'omonima confraternita; il giovedì santo, giorno di massimo splendore per le confraternite del comune originariamente vede la partecipazione delle stesse alla processione ed all'esposizione solenne del Santissimo all'Altare della Reposizione (Sepolcro), coi propri stendardi, vessilli, confrati con indosso i preziosi pettorali ricamati in seta e oro, celebrazione che si svolge solennemente ma in tono leggermente minore in San Giovanni, in Santa Maria di Gesù e nella Chiesa del Carmine-Sacra Famiglia; il venerdì santo si cantano "le Sette Spade" nella chiesa madre e subito dopo vi è la sacra rappresentazione seguita dalla processione di tutte le confraternite col le statue dell'Addolorata e del Cristo morto, un tempo vi era la Sacra Rappresentazione della discesa della Croce.
- Festa della Beata Maria Vergine di Gulfi (Festa della patrona).
prima domenica dopo Pasqua. La festa inizia con il trasporto a spalle del marmoreo simulacro della titolare, con un cammino della durata di un'ora, dal santuario posto ai piedi del colle ove sorge Chiaramonte sino alla Chiesa Madre, dove entra ed esce più volte. Nel XIII secolo Gulfi fu rasa al suolo dagli Angioini costringendo gli abitanti a spostarsi nel vicino castello dei Conti di Chiaramonte. Nel 1500 circa la Sicilia fu colpita dalla peste e i chiaramontani invocarono San Vito che liberò la cittadina dalla malattia e fu proclamato, per voce di popolo, Patrono della città. Negli anni a seguire fu istituita sia la fiera che la confraternita dedicata al santo; nel 1550 però, per dispaccio diocesano ed approvazione dal viceré di Sicilia, nonché con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, fu rieletta patrona principale la Beata Vergine di Gulfi. I documenti di questa elezione, confermata poi nel 1664 dal re Filippo IV di Spagna e riconfermata il 6 maggio 1954 con l'incoronazione del Capitolo Vaticano, si conservano negli archivi diocesani di Siracusa e Ragusa e al santuario. Il 6 maggio 2004, in occasione del 50º anniversario dell'incoronazione, è stata offerta alla Vergine Santa una chiave d'oro, simbolo del secolare patrocinio. Sull'arma del comune infatti è posto, sopra cinque monti inquartati su sfondo rosso, il monogramma mariano, il tutto posto sul petto di un'aquila.
- Festa di Maria Santissima delle Grazie..
domenica dell'Ascensione. Ha luogo in concomitanza con la novena dello Spirito Santo, dal santuario omonimo sito ai piedi del monte Arcibessi viene portata a spalla, in città la statua marmorea della Vergine Maria, opera risalente al 1645 dello scultore Cola Maldotto da Messina, che sosta dapprima nei pressi del Cimitero per la benedizione delle anime dei defunti, successivamente fa tappa nella chiesa di San Giovanni Battista e infine quindi nella Chiesa Madre, dove verrà esposta per nove giorni. Al termine della festa viene riportata nella propria chiesa.
- Festa di Sant'Antonio.
13 giugno. con la distribuzione del pane benedetto nella chiesa dei francescani riformati.
- Festa di San Giovanni Battista.
dal 21 al 24 giugno. È organizzata dalla Confraternita di Maria SS. della Misericordia in San Giovanni Battista. Nei primi due giorni si svolgono concerti e spettacoli in piazza Duomo. Il 23 giugno, vigilia della festa, la chiesa è meta di pellegrinaggi da parte dei devoti, alcuni scalzi, che portano al santo ex voto e grossi ceri. Tradizionale l'uso di indossare il cosiddetto voto, ovvero un abitino di colore rosso guarnito di bianco. In tarda serata, dopo l'omaggio da parte del sindaco e delle autorità civili e militari, vi è la "svelata" del simulacro del Santo, seguita dalla sacra rappresentazione della sua vita in piazza Duomo. La chiesa rimane aperta per tutta la notte per il continuo afflusso dei pellegrini. Il 24 giugno, giorno della Solennità del Precursore di Cristo, si susseguono sin dalle prime luci dell'alba le messe, durante il Pontificale è usanza che il Sindaco rinnovi la Consacrazione della Città al Santo Protettore, mentre nel primo pomeriggio la statua viene portata a spalla al centro della chiesa per la venerazione e l'offerta dei bambini. In tarda serata la confraternita di San Vito porta in trionfo al Battista un grande cero ornato di fiori e subito dopo vi è la sciuta (uscita) del simulacro, accolto in piazza dal popolo e da migliaia di nastrini di carta colorati, detti nzareddi lanciati dai piani alti della facciata e dall'incessante fragore dei mortai. Segue quindi la processione, cui inoltre partecipano tutte le confraternite e le autorità civile e militari. Il lungo percorso tocca le varie chiese cittadine. La festa termina con uno spettacolo pirotecnico. Il giorno di ottava della festa (1º luglio) vi è la caratteristica processione eucaristica per le vie del quartiere medioevale della città: particolari le edicole votive addobbate lungo il tragitto. Al termine dopo la benedizione eucaristica impartita a tutta la città, vi è la velata del simulacro del Protettore.
- Quindicina dell'Assunta.
Inizia il 1º agosto e termina il giorno 15. Ogni giorno si svolge un sentito e partecipatissimo pellegrinaggio a pieni lungo 4 km per raggiungere il santuario ed assistere alla messa solenne dell'aurora in onore della Patrona, alle prime luci dell'alba, mentre la sera si allestiscono in paese le cappelluzze, altarini addobbati con l'effigie della Vergine; al passaggio della banda si cantano le litanie e gli inni alla Vergine e si tengono quindi giochi o sorteggi. Il 14 agosto, vigilia della festa, si tiene la fiera del bestiame.
- Festa del Santissimo Salvatore.
domenica successiva al 6 agosto. con processione serale del simulacro, Dapprima la festa esterna veniva fatta con cadenza triennale con la sola processione per le vie del quartiere del SS. Salvatore, ma già dagli anni '60 la stessa avviene annualmente con la processione serale per le vie principali della cittadina.
- Festa di San Vito martire.
ultima domenica di agosto. Anticamente la festa esterna veniva celebrata il 15 giugno, poi nel 1832, per venir contro le esigenze del popolo impegnato nei lavori di campagna (che fu chiamato a scegliere quale tra le festa di San Vito e San Giovanni, molto vicine tra di loro, si dovesse trasferire ad altra data) i chiaramontani stabilirono che la festa di San Giovanni per l'immensa devozione restasse il 24 giugno mentre la festa di San Vito si spostasse alla domenica successiva, il 15 di agosto, poi di recente trasferita all'ultima domenica dello stesso mese. Inizia il giovedì precedente con il trasporto del simulacro di S. Vito, il quale viene portato in Chiesa Madre per il solenne triduo. Degno di nota è l'omaggio del cero da parte della Confraternita di San Giovanni, usanza iniziata proprio nel 1832 a seguito dello spostamento della festa. La processione domenicale si inerpica per le vie cittadine visitando tra l'altro le numerose chiese tra le quali quella di S. Giovanni ove sosta per qualche istante, si conclude con uno spettacolo pirotecnico.
- Coppa Monti Iblei.
settembre. gara automobilistica (crono scalata)
- Festa di San Raffaele Arcangelo.
26 al 29 settembre. In occasione della festa liturgica, si espone la statua con spettacolo pirotecnico e musica della banda in serata. Un tempo vi si svolgeva in concomitanza la fiera del bestiame.
- Festa di San Nicola.
6 dicembre. Il giorno della festa vi è la processione, terminata da uno spettacolo pirotecnico. La stessa si celebra anche nella chiesa del SS. Salvatore ove è presente una statua lignea proveniente dalla ex Chiesa di Maria SS Annunziata e vi è un triduo di preparazione.
- Festa di Santa Lucia.
13 dicembre. era un tempo festeggiata con la processione della statua che oggi viene esposta nel Duomo per il triduo Solenne. Particolare il pellegrinaggio alla chiesetta rupestre di Santa Lucia alle pendici del monte Arcibessi, dove, secondo la tradizione, la santa avrebbe passato una notte. Tradizionale la benedizione di piccoli pani votivi a forma di occhi e di palme distribuite al popolo, e l'uso antico di mangiare la cuccià, ovvero grano lesso condito con olio oppure ricotta dolce o salata.
Cosa fare
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- 1 Escursioni a Monte Arcibessi. Si presta piuttosto ad essere percorsa in mountain bike o con moto da cross. Dalla vetta si gode di un panorama che spazia dal mar Mediterraneo alla cima dell'Etna.
Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Spettacoli
[modifica]- 1 Teatro Comunale Leonardo Sciascia, Corso Umberto I, 61.
Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Ristorante Majore, Via Martiri Ungheresi, 12, ☎ +39 0932 928019. Questo ristorante era abitualmente frequentato da Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino.
Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]Altri progetti
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