Il dipinto, datato sul retro 1987, è entrato in Collezione dal mercato antiquario nel 1991 insieme con un’altra opera di Remo Brindisi, Venezia, con Profilo di Renato Guttuso e Il passeggiatore solitario di Luca Alinari.
Conosciuta con il titolo Profili, l’opera ritrae una figura maschile, forse l’artista stesso, che tende le braccia verso un gruppo di bambini con la loro madre. Il soggetto appartiene a una cospicua serie di dipinti dedicati al tema della famiglia, ripetutamente affrontato da Brindisi dagli anni Cinquanta fino alla maturità. Alle opere che descrivono il disagio esistenziale dell’uomo moderno, tra le quali Tre profili in Collezione, l’artista affianca un repertorio di immagini gioiose, ispirate agli affetti familiari e alla coppie di amanti. Amanti dietro la duna (collezione privata) del 1952 e, in seguito, Abbraccio (collezione privata) inaugurano una ricerca tematica che continua negli anni successivi con una serie di dipinti dedicati al tema dell’amore materno. A questo repertorio si accostano anche le Pastorali, ispirate alla giovinezza dell’artista, trascorsa nel mondo idilliaco e incontaminato dell’Abruzzo. Queste figure sono ritratte con colori accesi e vivaci, spesso racchiuse all’interno di un gruppo compatto che rappresenta l’unico rifugio contro la solitudine dell’uomo e la crisi dei rapporti sociali.
Nell’opera in Collezione, tuttavia, l’ombra scura che separa la madre e i bambini dall’abbraccio paterno e la scelta cromatica dissonante suggeriscono un vuoto degli affetti famigliari. In altre composizioni, tra le quali
Amanti [1] (Brescia, Musei Civici di Arte e Storia), invece, le figure sono strette in un abbraccio feroce e opprimente, certamente ispirato alle opere del pittore espressionista Oskar Kokoschka, che Brindisi aveva conosciuto personalmente a Salisburgo nel 1956.