Palazzo Civena | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Veneto |
Località | Vicenza |
Indirizzo | Viale Eretenio 12 |
Coordinate | 45°32′37.08″N 11°32′45.24″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1540 - 1542 |
Stile | rinascimentale |
Uso | Casa di cura |
Realizzazione | |
Architetto | Andrea Palladio |
Committente | fratelli Civena |
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Città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto | |
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Tipo | Architettonico |
Criterio | C (i) (ii) |
Pericolo | Nessuna indicazione |
Riconosciuto dal | 1994 |
Scheda UNESCO | (EN) City of Vicenza and the Palladian Villas of the Veneto (FR) Scheda |
Palazzo Civena (detto anche Civena Trissino) venne costruito da Andrea Palladio nel 1540 a Vicenza. Primo palazzo di città realizzato dall'architetto, fu costruito per conto dei fratelli Giovanni Giacomo, Pier Antonio, Vincenzo e Francesco Civena,[1] che lo tennero per quindici anni; fu poi per quattro secoli proprietà dei conti Trissino dal Vello d'Oro, che lo ampliarono notevolmente.
È inserito dal 1994 nell'elenco dei 23 monumenti palladiani della città facenti parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.[2]
- Palazzo Trissino dal Vello d'Oro (già Civena), litografia di Marco Moro dedicata a Giangiorgio Trissino dal Vello d'Oro, 1847.
- Dettaglio delle finestre al piano nobile di Palazzo Civena Trissino.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La data "1540" incisa sulla medaglia di fondazione, conservata al Museo Civico di Vicenza, fissa in quell'anno la posa della prima pietra.[1] L'edificio fu probabilmente terminato ventiquattro mesi più tardi, sei prima dell'inizio del cantiere del grande palazzo Thiene.[1] Nel 1565 la proprietà passò alla famiglia Trissino[3], che la mantenne per i successivi quattro secoli.
Il palazzo venne alquanto ingrandito nel 1750[1] da Domenico Cerato, che aggiunse le ali laterali per volere dei conti Trissino dal Vello d'Oro. L'iscrizione presente nella trabeazione della facciata ricorda gli ultimi ampliamenti voluti nel 1820[4] dal conte Giangiorgio Trissino in occasione del suo matrimonio con la marchesina Teresa Brignole. Fu semidistrutto dai pesanti bombardamenti angloamericani nella seconda guerra mondiale[1] il 2 aprile 1944 (come il Teatro Eretenio[5][6] che vi era affiancato) e quindi ricostruito. In seguito è divenuto sede di una casa di cura.

Il progetto di Palladio
[modifica | modifica wikitesto]Palazzo Civena non è inserito nei Quattro libri dell'architettura di Palladio (1570), ma esistono vari disegni autografi palladiani che documentano le diverse alternative elaborate durante la progettazione. L'odierna distribuzione degli ambienti non è la soluzione definitiva scelta da Palladio ma è frutto del pesante intervento del Cerato, che prolungò l'atrio e modificò le scale.[1] La planimetria originale è comunque ricostruibile grazie a una pianta pubblicata da Ottavio Bertotti Scamozzi nel 1776 (a suo dire ottenuta dai Trissino, allora proprietari dello stabile): il raggrupparsi delle stanze in due nuclei posizionati ai lati dell'atrio, con una serliana che filtra il rapporto con l'esterno, è molto vicino ai progetti palladiani di villa di quegli stessi anni.[1]
La precoce data di progettazione rende palazzo Civena una preziosa testimonianza dell'attività giovanile palladiana e della sua cultura architettonica prima del risolutivo viaggio a Roma nel 1541 con Gian Giorgio Trissino, suo mecenate.[1] Come già la villa Trissino di Cricoli, l'edificio segna una frattura con la prassi costruttiva vicentina: la tradizionale polifora al centro della facciata è sostituita da una sequenza regolare di campate, ritmata da lesene accoppiate.[1] In ciò Palladio si ispira evidentemente ai palazzi romani di primo Cinquecento (come lo scomparso palazzo Caprini di Bramante), ma è chiaro che non si tratta di una conoscenza diretta: la facciata dell'edificio appare come ritagliata da un foglio di carta, priva di reale consistenza plastica. Per altro, tutti gli elementi del linguaggio architettonico derivano da esperienze venete, e non romane, in primo luogo gli edifici realizzati da Giovanni Maria Falconetto a Padova.[1]
Pianta, prospetto e rilievo del palazzo
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Civena, pianta del corpo centrale di Palladio (Ottavio Bertotti Scamozzi, 1776)
- Palazzo Civena, prospetto principale del corpo centrale palladiano (Andrzej ed Ewa Pereswet Soltan, 1977)
- Palazzo Civena, rilievo (da Zorzi 1965)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j Palazzo Civena, in Mediateca, Palladio Museum. URL consultato il 23 maggio 2025.
- ^ Forum Center - Comune Di Vicenza - Vicenza Città Unesco Archiviato il 24 giugno 2016 in Internet Archive.
- ^ Antonio Magrini, Memorie intorno alla vita e alle opere di Andrea Palladio, 1845, pag. 279.
- ^ L'iscrizione recita: IOANNES GEORGIUS TRISSINUS THEODORI FILIUS RESTAURAVIT ET AVXIT M.DCCC.XX ossia Giovan Giorgio Trissino figlio di Teodoro restaurò e ampliò nell'anno 1820.
- ^ Guido Cogo, Nei teatri di Vicenza: storia, personaggi, curiosità, avvenimenti, 1585-1948, Arti grafiche delle Venezie, 1949, p. 11.
- ^ Giuseppe Versolato, Bombardamenti aerei nel vicentino: 1943-1945, 2001, pag 108.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Civena
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Civena, in Mediateca, Palladio Museum. (fonte per la prima revisione di questa voce)
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