Chiesa di Santa Maria de Lama | |
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Stato | ![]() |
Regione | Campania |
Località | Salerno |
Indirizzo | Gradoni della Lama, 2, 84121 Salerno SA |
Coordinate | 40°40′49.12″N 14°45′22.75″E |
Religione | Cattolica |
Titolare | Maria |
Arcidiocesi | Salerno-Campagna-Acerno |
Stile architettonico | romanico |
Inizio costruzione | X-XI secolo |
La chiesa di Santa Maria de Lama è una delle più antiche Chiese di Salerno. In essa vi sono le migliori (e frammentarie) testimonianze di pittura longobarda presenti a Salerno.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nata probabilmente come cappella di fondazione privata di qualche nobile, la chiesa venne edificata quando la città era nel pieno della dominazione longobarda, vale a dire tra il X e l'XI secolo[2]; secondo i documenti era frequentata dagli amalfitani, il cui quartiere delle Fornelle si trova poco lontano da essa. Il nome de Lama è dovuto al torrente che scorre ancora adesso davanti all'edificio sotto il livello stradale[3].
Inizialmente la chiesa doveva essere costruita su un preesistente edificio romano del II secolo (forse delle terme), di cui rimangono alcune murature in opus reticulatum, e doveva presentare una pianta quadrata (tipica degli edifici di culto bizantini) e un ingresso rivolto a Sud: ciò che rimane di questo primo periodo è l'attuale cripta, in cui sono ancora visibili i resti di alcuni affreschi di fattura longobarda-beneventana.
A causa di un evento naturale (un terremoto, o una delle tante inondazioni che colpirono la zona) nel XIII secolo la chiesa fu restaurata radicalmente: furono demolite le volte e sul precedente edificio (che divenne così cripta) fu costruita la chiesa attuale, con la pianta rivolta ad ovest. La chiesa nuova fu decorata con affreschi. Probabilmente i pavimenti dovevano essere decorati con mosaici cosmateschi simili a quelli ancora esistenti nella Cattedrale.
Dopo circa un secolo, la cripta cessò le sue funzioni, fu sigillata e divenne un sepolcreto, in cui i corpi venivano gettati da una botola nel pavimento. La chiesa superiore nel XVII sec. assunse la nuova denominazione di "Sant'Alfonso ai gradoni" e fu restaurata in stile barocco (cosa che comportò la perdita di quasi tutti gli affreschi e i mosaici), mentre sul lato sud s'impiantò la bottega di un carbonaio; poi fu chiusa cadendo in rovina e finendo diroccata (soprattutto a causa di vari eventi naturali, quali il sisma del 1980).
Solo nel 1991 sono cominciati i lavori di restauro che hanno portato alla sua riapertura nel 1996.
Gli affreschi
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Gli affreschi della chiesa sono stati realizzati tra l'epoca longobarda (X-XI secolo) e il Basso Medioevo (XIII-XV secolo).
I più antichi costituiscono le meglio conservate (ma frammentarie) testimonianze di pittura longobarda presenti in città.
X-XI secolo
[modifica | modifica wikitesto]Della costruzione longobarda resta soltanto l'attuale cripta, in cui sono ancora visibili i resti di alcuni affreschi di fattura longobarda-beneventana raffiguranti i santi Bartolomeo e Andrea (quest'ultimo, in accordo con i canoni figurativi dell'epoca, non è presentato con la sua croce, ma quale semplice apostolo con donatore ai piedi).
XIII-XV secolo
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Nel XIII secolo la chiesa fu restaurata radicalmente: furono demolite le volte e sul precedente edificio (che divenne così cripta) fu costruita la chiesa attuale, decorata con affreschi sulle pareti (tutti perduti, tranne qualche resto nelle absidi minori) e sulle colonne. s
Su due di queste, sono ancora visibili uno stupefacente Ecce Homo forse ancora trecentesco e una Maddalena di scuola senese (metà del XV secolo).
Nella cripta, sempre funzionante nonostante il "declassamento", furono aggiunti nuovi affreschi, tutti del XIII secolo, raffiguranti i santi Stefano, Lorenzo e Leonardo[5], mentre tracce di una Madonna in trono con Bambino e Santi è ancora visibile sul lato nord.
Altri due affreschi con figure di santi non identificati sono stati staccati dalla parete ovest e portati al locale Museo diocesano.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa ha due livelli: nell'inferiore si ha la chiesa longobarda del X-XI secolo (scoperta nel 1970 e con solo la cripta) e nel superiore (che si ha attualmente alla vista) si trova la chiesa rifatta nel Duecento con campanile del Seicento.
La cripta longobarda -voluta da Guidone, fratello di Guaimario IV[6]- ha la cappella a pianta quadrata con ingresso a sud ed un'unica abside a pianta circolare[7].
Stato di conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente (2013) gli affreschi della cripta appaiono assai danneggiati: non tanto a causa delle infiltrazioni d'acqua (da non dimenticare che il torrente Lama, attualmente sotterraneo, scorre proprio lungo la parete O dell'edificio), ma a causa del cambiamento climatico della cripta. Per alcuni secoli infatti, questa era stata ermeticamente sigillata, e la presenza dell'acqua e del terriccio avevano creato un microclima che era rimasto pressoché costante ed inalterato.
Con l'apertura della struttura al turismo e lo svuotamento dal fango e dai resti ossei che si estendevano in pratica fino al soffitto, i batteri dell'atmosfera esterna hanno attaccato gli affreschi, creando su di essi una pellicola biancastra di sali che stanno coprendo e corrodendo pian piano i colori e gli intonaci. Si è trovato recentemente (2022) un parziale rimedio a questa situazione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ministero Beni Culturali: Chiesa di Santa Maria de Lama Archiviato il 2 giugno 2013 in Internet Archive.
- ^ La sicura esistenza di un primo edificio è testimoniata nel Codex diplomaticus Cavensis del 1055.
- ^ Il termine "lama" indica sia "acqua che s'impantana" sia "acqua che scorre"
- ^ Foto degli affreschi longobardi
- ^ è stato sempre creduto una santa Radegonda, per la errata lettura delle lettere ...E...O.N...D..., ma il culto della santa Radegonda (franca) era del tutto sconosciuto in queste terre di influenza longobarda; e poi l'attributo delle catene e l'abito da monaco sovrapporto a quello di un laico dichiarano la vera identità del Santo.
- ^ Barbara Visentin: La chiesa di Santa Maria de Lama/Gli affreschi del X secolo "...l’appartenenza della chiesa alla famiglia del principe salernitano Gisulfo II, e l’identificazione, peraltro del tutto certa vista la titolografia con la quale Guido è appellato, del domni Guidonis serenissimi ducis con Guidone conte, fratello del principe Guaimario IV e zio del giovane Gisulfo, costituisce un elemento di convalida (su chi ha creato la cappella ed i suoi dipinti longobardi)
- ^ La cripta longobarda
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. D'Aniello, La chiesa di Santa Maria "della Lama" a Salerno. Gli affreschi, in "Apollo. Bollettino dei Musei Provinciali del Salernitano", n. 7, 1991, p. 45.
- La chiesa di Santa Maria "de Lama", a cura di Paola Valitutti e Barbara Visentin, in "Visitiamo la città". Ciclo di visite guidate dell'ass. cult. Erchemperto per il Comune di Salerno, Salerno 2007
- Vincenzo De Simone. "La Chiesa di Santa Maria de Lama" . Salernostoria ([1])
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria de Lama
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- http://www.ambientesa.beniculturali.it/?SEC=luoghidellacultura&ID=3
- https://web.archive.org/web/20081105164118/http://www.salernocity.com/turismo/Salernostorica/chiesa/sanmariadelama.asp
- https://www.erchemperto.it/pubblicazioni/send/2-pubblicazioni/1-salerno-ed-il-tusciano-in-eta-longobarda-quattro-esempi-di-pittura-altomedievale-in-schola-salernitana-v-vi-2000-2001-pp-157-195
- Chiese longobarde a Salerno